Artigianato sardo

Gioielli, tappeti utensili...

La Sardegna è una regione caratterizzata da un fiorente artigianato; numerose sono, ancora oggi, le attività che propongono prodotti tipici.

Artigianato sardo

La Sardegna è una regione caratterizzata da un fiorente artigianato; numerose sono, infatti, ancora oggi, le attività che, fedeli alla tradizione, propongono prodotti tipici: dai coltelli alle ceramiche dipinte, dal ferro battuto ai gioielli in filigrana d' oro e d'argento, dai tappeti tessuti a mano agli scialli ricamati, continuando con la lavorazione del granito, la produzione di coltelli e soprattutto il sughero risalente addirittura ai romani, che lo utilizzavano per la produzione di sandali e per la copertura delle anfore.


La Sardegna e il suo Artigianato condividono una storia molto lunga, fatta di tradizioni  e di uomini che si sono adoperati per riuscire a sfruttare al meglio quello che una terra tanto meravigliosa aveva da offrire.

Ogni paese ha le sue caratteristiche, solitamente molto antiche, come l’estrazione e la lavorazione del granito, la roccia che caratterizza tutto il territorio gallurese. L’attività di tessitura di coperte arazzi e tappeti, da sempre vanto degli artigiani di Aggius, è ancora oggi portata avanti utilizzando telai di legno, che impongono una lavorazione esclusivamente manuale. La produzione di cesti, cestini e sedute di sedie e sgabelli è tipica dei laboratori di Luras, anche loro portano avanti questo lavoro seguendo i canoni dell’antica arte dell’intreccio.
In tutta la Gallura è diffusa la forgiatura artigianale di coltelli dotati di una lama molto particolare e priva di punta, che viene chiamata gaddhuresa e che è indispensabile per il corretto taglio del sughero.
Il sughero è il più importante elemento della produzione artigianale gallurese, quello che meglio si identifica con la realtà della Sardegna e di questa zona in particolare. Il sughero è un dono della natura attraverso un albero, la Quercus Suberum, che viene raccolto e pazientemente lavorato a mano da abili artigiani. Le qualità e la quantità di impieghi del sughero sono conosciute da oltre duemila anni, per secoli ha rappresentato un elemento prezioso dal quale ricavare oggetti indispensabili, se ne facevano galleggianti per le reti dei pescatori, calzature, tegole,  recipienti per la produzione della ricotta, coperture per anfore e bottiglie, piatti, saliere e misure tarate per la vendita di cereali e legumi.
Il paese che viene considerato la capitale del sughero è Calangianus. L’origine della lavorazione del sughero fu portata dai francesi che insegnarono l’arte dell’estrazione e lavorazione del sughero agli abitanti del luogo che fino a quel momento era stati essenzialmente pastori. Inizialmente in paese c’erano molti laboratori, nel 1851 si aprì la prima fabbrica, dedicata interamente alla lavorazione del sughero, tanto che,  ancora oggi a Calangianus si lavora il 70% della produzione sarda del sughero che ancora oggi, grazie alle sue caratteristiche di impermeabilità elasticità e leggerezza per la produzione di tappi da bottiglia, calzature e per l’arredamento. Nell’artigianato artistico esso è, invece, adoperato come materiale per la realizzazione di suppellettili, vassoi, elementi di decorazione e abiti.